Quali sono i maggiori fattori di rischio per la BPCO?

La BPCO è una malattia multifattoriale. Il più importante fattore di rischio della BPCO è il fumo di sigaretta. Anche il fumo passivo può indurre la malattia. L'esposizione professionale a sostanze irritanti, la scarsa qualità dell’aria negli ambienti confinati e l’inquinamento esterno sono state riconosciute come cause di induzione o aggravamento dei sintomi. Le infezioni delle vie respiratorie (soprattutto l’influenza e le infezioni batteriche, ma anche il comune raffreddore) sono frequentemente causa di riacutizzazioni. La predisposizione genetica concerne un numero limitato di persone.

Il deficit alfa1antitripsina è una alterazione genetica che riguarda un numero limitato di persone e causa una forma grave di enfisema in età ancora giovanile nei soggetti che fumano (vedi www.pneumonet.it).

Il fumo di sigaretta è la principale causa della BPCO?

L’incidenza della BPCO è più elevata tra i fumatori che tra i non fumatori. L’inalazione di fumo passivo espone egualmente al rischio di BPCO, seppure in minore misura rispetto al fumo attivo. Poiché non tutti i fumatori vanno incontro alla BPCO, vi debbono essere altri fattori che interagiscono con la genesi della malattia, oltre al fumo di tabacco.

Probabilmente differenze genetiche possono spiegare la diversa incidenza e gravità della BPCO in fumatori che sono assimilabili per durata e quantità di abitudine al fumo di sigaretta e l’insorgenza della malattia nei non fumatori.

È una malattia che si può prevenire?

Il momento fondamentale nella prevenzione della BPCO è la riduzione o eliminazione dei fattori di rischio e, in particolare, dell’abitudine al fumo di tabacco. Vi sono chiare evidenze che smettere di fumare è il provvedimento più efficace per ridurre il rischio di BPCO e la progressione della malattia. Notevole peso ha l’inquinamento ambientale. Il controllo degli ambienti di lavoro è importante per contenere l’insorgenza della malattia professionale.

Quando andare dal medico?

Spesso i pazienti giungono dal medico di famiglia o dallo specialista pneumologo in una fase già avanzata della malattia e talora quando sono già comparsi i segni dell’insufficienza respiratoria. Quindi, se da un lato appare necessario che i pazienti a rischio siano individuati precocemente e che sia posta particolare attenzione ai primi segni della BPCO per poter intervenire tempestivamente in maniera adeguata, dall’altro è necessario utilizzare i molti e diversificati presidi farmacologici e non farmacologici, che oggi sono a disposizione, per arrestare la progressione della malattia e migliorare la qualità e l’aspettativa di vita dei pazienti.

Smettere di fumare è sempre utile?

La cessazione della abitudine al fumo di sigaretta è in grado di modificare positivamente la storia naturale della BPCO, migliorando anche l’aspettativa di vita.