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La recente e, purtroppo, non ancora risolta pandemia da Covid19, ha riportato all’attenzione di tutti l’importanza delle vaccinazioni. Mentre in passato dovevamo costantemente registrare una scarsa aderenza alle campagne vaccinali, contrastate dai proseliti della teoria no-vax, oggi assistiamo ad una volontà di adesioni, che sfocia in fenomeni di prevaricazioni delle regole, di rispetto delle normative regolatorie per l’accesso alle pratiche di prevenzione, senza che si rispetti un criterio omogeneo e razionale di somministrazione.
L’Associazione Pazienti BPCO è stata costantemente sollecitata ad intervenire presso il Ministero della Salute per assicurare un’attenzione a tutti i pazienti affetti da patologie respiratorie, ignorando che erano stati individuati come soggetti meritevoli di priorità quelli in ossigenoterapia e quelli affetti da Fibrosi polmonare idiopatica, certificata dai centri di riferimento.
Non eravamo riusciti in passato a sottolineare e rimarcare con questa forza l’importanza della prevenzione nelle patologie virali. Non era stato recepito il grande esempio dell’unico successo che fino ad ora può vantare la prevenzione nella Sanità Mondiale: la sconfitta, alla fine degli anni 70, del vaiolo. Patologia durata millenni, causa di epidemie con la mortalità più alta: 400.000 morti ogni anno in Europa nel XVIII secolo, dai 300 ai 500 milioni di morti nel XX secolo nel mondo, 2 milioni di morti nel 1967 e finalmente dichiarata scomparsa dall’OMS nel 1979 grazie alle campagne vaccinali.
Negli anni scorsi le campagne di sensibilizzazione, inerenti ai vantaggi della vaccinazione antinfluenzale, non hanno dato i risultati necessari per quanto concerne i pazienti con BPCO, come confermano i dati del Ministero della Salute. Ancora più complessa è la situazione della vaccinazione antipneumococcica, sulla quale c’è ancora scarsa informazione. Non vi sono statistiche ufficiali su questa vaccinazione, ma sulla base dell’indagine effettuata dalla nostra Associazione, viene effettuata solo dal 35% del nostro campione di pazienti con BPCO moderata o grave.
L’importanza di una vaccinazione contro lo streptococco pneumoniae, a parte il fatto di essere implicato in polmoniti e meningiti, è costituita dalla esistenza di grosse resistenze del germe verso classi intere di antibiotici quali penicilline e macrolidi (dato anche l’uso improprio di tali farmaci).
La Vaccinazione orientata alla produzione di anticorpi specificamente diretti contro Streptococcus pneumoniae, batterio particolarmente temibile, responsabile non solamente di infezioni respiratorie dell’adulto e del bambino, ma altresì di una moltitudine di infezioni a carico di altri organi e apparati, andando dai quadri non-invasivi dell’otite e delle infezioni delle vie aeree superiori, fino ai quadri di malattia invasiva pneumococcica, caratterizzata da disseminazione del batterio per via ematica in presenza di infezioni polmonari anche gravi (polmonite e broncopolmonite) e possibilità di meningite (meningite pneumococcica).
La vaccinazione antipneumococcica deve essere presa in considerazione non solo in tutte le categorie di pazienti respiratori, ma con un semplice criterio anagrafico, in tutta la popolazione che ha superato i 60 anni di età. Il vaccino coniugato antipneumococcico (PCV) consiste in un pool di 13 diversi antigeni batterici capsulari purificati di Streptococcus pneumoniae, corrispondenti ai tipi sierologici più frequentemente responsabili, nel nostro Paese, di malattia invasiva pneumococcica.
Nei soggetti vaccinati, infatti, si dimostrerebbe un miglior grado di protezione dalle infezioni pneumococciche, con episodi meno gravi in caso d’infezione e riduzione della mortalità nei soggetti colpiti, con differenze variabili, all’interno della popolazione, tra soggetti normalmente immunocompetenti e pazienti con immunodepressione. Inoltre, nell’ultima pandemia si è registrata una minore incidenza di malattia da Covid19 nei soggetti sottoposti a vaccinazione antipneumococcica, presumibilmente per una protezione agnostica dovuta ad una attivazione di tutto il sistema immunitario di difesa.
Dopo la vaccinazione raramente possono comparire irritazione locale nel sito d’iniezione con possibile, ma assai poco comune, comparsa di febbre e di dolori muscolari. La vaccinazione può essere effettuata in qualsiasi periodo dell’anno, ma generalmente viene eseguita per comodità contemporaneamente alla vaccinazione antinfluenzale stagionale in diverso sito di inoculazione. Tranne casi particolari valutati dal Medico vaccinatore, è sufficiente una sola dose senza richiami, mentre a distanza di almeno 2 mesi, ma generalmente dopo 1 anno, si consiglia di completare la copertura vaccinale con una somministrazione sequenziale con un polisaccaridico di un pool di 23 sierotipi (PPV23). Va posta attenzione a non invertire l’ordine di somministrazione dei due vaccini, perché ciò comporterebbe una più bassa risposta immune.
Dato l’importante ruolo preventivo delle vaccinazioni nella popolazione affetta da BPCO, indipendentemente dall’età, la nostra Associazione lancia una campagna di sensibilizzazione rivolta ai pazienti e ai loro familiari, cercando di accrescere la consapevolezza della loro efficacia ed utilità, visto che in Italia solo 2 persone su 3 con malattia polmonare e 8 su 10 del gruppo ad alto rischio di contrarre la polmonite ne conoscono l'esistenza.
Ricordiamo che solo in Italia si registrano in un anno oltre 9.000 decessi per polmonite, quasi tre volte quelli dovuti a incidenti stradali e venti volte quelli causati dall'influenza.
Sarà poi compito degli specialisti e dei medici di medicina generale fornire al paziente le necessarie informazioni e istruzioni.
Quali sono i benefici della vaccinazione antipneumococcica?
- Riduzione delle riacutizzazioni;
- Riduzione delle ospedalizzazioni;
- Miglioramento della sopravvivenza;
- Miglioramento della qualità di vita.
Quali sono i possibili effetti collaterali?
Le reazioni più comuni sono locali, lievi e transitorie. Tra le più frequenti, gonfiore e arrossamento nella sede dell’iniezione e le controindicazioni sono quelle di qualsiasi altro farmaco (per es. allergia ad uno dei componenti del prodotto).
Salvatore D’Antonio
Presidente